La smart farming alla base della rivoluzione sostenibile del vigneto
Francesco Marinello, Università di Padova
Quella dell’agricoltura digitale è un’innovazione ad alto impatto. Ha le potenzialità per rivoluzionare tutta la produzione primaria, favorendo la quantità e qualità dei raccolti, la riduzione degli scarti e la salvaguardia dell’ambiente. La viticoltura è il settore che registra il più alto ritmo di diffusione delle tecnologie digitali, all’interno però di un comparto agricolo in drammatico ritardo. Un recente monitoraggio effettuato dall’Università di Padova e dall’osservatorio sull’agricoltura digitale (www.agricolturadigitale.org) ha individuato le aspettative degli operatori verso le nuove tecnologie. I viticoltori, a sorpresa, mettono al primo posto l’obiettivo della sostenibilità ambientale (in termini di riduzione dell’impatto delle produzioni, risposta al climate change e riduzione del numero di trattamenti fitosanitari). Alta priorità anche nei confronti di soluzioni tecnologiche in grado di ridurre lo stress idrico e capaci di trasferire le attività di campo in etichetta al fine di valorizzare il prodotto.
«La digitalizzazione – testimonia Francesco Marinello dell’Università di Padova – collega le diverse fasi di produzione in vigneto e in cantina con un fil rouge tecnologico che costituisce la migliore strategia per realizzare la svolta sostenibile auspicata dall’Unione europea con il Green Deal». La possibilità di fornire le migliori garanzie di sostenibilità e tracciabilità apre così la strada per una vera gestione From Farm to Fork, o meglio… From Vineyard to Glass.
Le aspettative dei produttori
La smart farming prende piede soprattutto in vigneto e può diventare la base per lo sviluppo della prossima rivoluzione, quella della robotizzazione delle pratiche agricole che, grazie all’utilizzo di intelligenza artificiale e computer vision, consentirà di applicare in tempo reale le indicazioni dei Dss
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Settanta i produttori vitivinicoli interpellati dall’Università di Padova a inizio 2020. Il sondaggio mirava a fare emergere le priorità dei produttori riguardo all’innovazione della viticoltura 4.0. A vincere a sorpresa è stato l’obiettivo della sostenibilità ambientale (91% delle risposte). L’impatto del climate change emerge dall’attenzione data al problema dello stress idrico. Tecnologie come Iot e Blockchain suscitano aspettative riguardo alla possibilità di trasferire le attività di campo in etichetta al fine di valorizzare il prodotto. Minore priorità dovrebbe essere data invece alla ricerca di tecnologie per il miglioramento qualitativo delle uve, essendo presumibilmente il risultato di una pratica agronomica adeguata. L’incremento delle rese risulta invece prevalentemente non necessario.