Inerbimenti, quali essenze seminare

Una pratica che assicura vantaggi agronomici e tecnici, ma occorre fare i conti con competizione idrica, resistenza al calpestamento e durata

di Claudio Corradi

L’inerbimento ha ormai vinto il duello con la lavorazione dell’interfilare del vigneto. Molti sono i vantaggi di una copertura erbacea nel vigneto, ma come va gestita e quali specie erbacee devono essere favorite?
L’inerbimento può essere spontaneo quando lo sviluppo naturale delle essenze erbacee presenti in quel terreno inizia a coprire l’interfila in modo folto ed omogeneo, e senza la presenza di infestanti particolarmente aggressive, a partire dalla primavera della messa a dimora delle barbatelle.

Il miglior cotico erboso

Nei casi in cui la crescita di essenze erbacee interfilare sia invece molto eterogenea e rada diventa opportuno procedere alla semina interfilare di essenza specifiche da realizzare nell’autunno. Questa pratica, che un po’ impropriamente viene definita inerbimento artificiale, offre la possibilità di scegliere le essenze che si andranno ad introdurre in campo, in funzione delle caratteristiche della zona e del terreno, senza perdere di vista la funzione e le peculiarità che deve avere un cotico erboso specifico per vigneto.
Questo deve assicurare transitabilità in campo anche in condizioni di bagnato (la cosiddetta portanza di un tappeto erboso), essere folto, a crescita il più possibile orizzontale, per evitare sfalci frequenti e ed incrementare la portanza, ed adatto alla trinciatura in campo per il rilascio di sostanza organica.

La struttura del terreno

Le radici delle essenze erbacee avranno anche la funzione, in relazione alla loro capacità di spingersi in profondità, di migliorare la struttura del terreno.
Per durata di un miscuglio nel tempo di intende la prevalenza delle essenze seminate rispetto alle eventuali spontanee che potranno insediarsi. Questa dipenderà innanzitutto dalla adattabilità delle specie erbacee, oltre che dalle condizioni di transito interfilare che non sempre può essere rispettoso.

L’impatto del climate change

In questi ultimi anni occorre poi fare anche i conti con i cambiamenti climatici in atto che impongono l’utilizzo di specie che non entrino in competizione idrica con la coltura e che siano resistenti alla siccità, come Festuca ovina e di lunga durata e che ben sopportino il calpestamento, come Poa pratensis. Il Trifolium repens è una leguminosa che apporta azoto, migliora la fertilità e la struttura ed è adatto  a terreni calcarei ed argillosi.

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Inerbimento artificiale

Inerbimento spontaneo

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Inerbimenti, quali essenze seminare - Ultima modifica: 2020-11-04T11:16:48+01:00 da wtinelli
Inerbimenti, quali essenze seminare
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